martedì 20 novembre 2012

Lutero tornerà

...E sono queste immagini che mi hanno disegnato. E poi trascinato in un altro mondo. Iniziai allora a cercare suggestioni ovunque: la curiosità (nata con l'universo diceva Lautremont) si amplifica, un tassello aggiunto ne butta giù due e ti resta da gestire una bulimia inarrestabile, senza mezze misure.
O è la rivoluzione permanente o la santa ignoranza, chè la culturina di massa non può che essere la strombazzata che annuncia la barbarie.
Il movimento è quasi sempre stato restio all'unico cambiamento, quello del linguaggio, che avrebbe potuto rompere la gabbia, anzi meglio, l'acquario che ci si è costruiti attorno pur di non affrontare se stessi e il proprio tempo.
La tecnocrazia ci sta cambiando la lingua in tavola e, certo, c'è da dire che quasi sempre non fai in tempo a costruire un nuovo alfabeto che arriva la pubblicità a ingoiartelo ma, ecco, quello che mi pare denominatore comune della mia generazione è l'intossicazione da apparenza. Probabilmente questa nuova droga del "ti guardo guardarmi guardare" è figlia di quel passaggio rivoluzionario che dalla diga dell'analogico ci ha scaraventato nel mare aperto del digitale. S'incassano colpi che non si riconoscono come tali e per il momento si è rinunciato a governare la nave ma non all'inchino sottocosta del due punto zero.
Ora non assecondo più nessuno e il lavorio che spalmo nei luoghi e nei modi che ritengo necessari punta a sottrarsi al soliloquio senza ammiccare alle masse. Non è dialogo è vento.
Da pochi a pochi diceva qualcuno, ma tenendo pur presente un disegno generale (fosse pure uno scarabocchio al negativo del tipo: "Codesto solo oggi possiamo dirti / ciò che non siamo / ciò che non vogliamo")..
Forse è solo così, mischiando tutto, facendo esplodere i medium che frequentiamo che si possono ottenere opere e quindi uomini migliori. [cyop&kaf da napolimonitor]

Blu Leipzig in c


death no matter where you go

Cosmopolis

Alcune persone si stavano avvicinando alla macchina. Chi erano ? Erano dimostranti, anarchici, qualunque cosa fossero, una forma di teatro di strada o esperti in atti di vandalismo. La macchina era circondata, naturalmente, assediata dalla paralisi, con altre macchine su tre lati e il quarto lato a ridosso della biglietteria. Vide Torval affrontare un uomo armato di un mattone. Lo stese con un destro. Un gesto che Eric decise di ammirare. Poi Torval lo guardò. Un ragazzino sullo skateboard sfrecciò accanto a loro, saltando sul parabrezza di un'auto della polizia. capìva perfettamente cosa voleva da lui il capo della sicurezza. I due uomini si fissarono a lungo con aria minacciosa. Poi Eric si calò dentro l'abitacolo e chiuse il tettuccio. In Tv aveva più senso. Versò due bicchieri di vodka e si misero a guardare, fidandosi di ciò che vedevano. Si, era una manifestazione di protesta, spaccavano vetrine di grandi magazzini e liberavano battaglioni di topi nei ristoranti e nelle hall degli alberghi. Figure mascherate correvano avanti e indietro sul tetto delle auto, lanciando fumogeni contro i poliziotti. Lo slogan si sentìva più chiaramente, adesso, trasmesso dalle antenne paraboliche montate sui furgoni delle Tv e filtrato dal frastuono di sirene e allarmi. Uno spettro si aggira per il mondo, gridavano. Si stava divertendo. Adolescenti in skateboard ricoprivano di graffiti le insegne pubblicitarie sulle fiancate degli autobus. Il topo di polistirolo si era rovesciato e i poliziotti procedevano in file serrate dietro scudi di plastica. La Tv mostrava primi piani di volti irritati dai gas urticanti