Siamo saliti qui
in questo stretto cunicolo di sole
arrampicandoci per un dedalo di vicoli e viuzze, tutte
in salita,
verso un monte, certo non il Tabor, ma faticoso come il Golgota,
interminabile, come un voto religioso.
Da qui, da questa tana appena più sotto del cielo
da questa feritoia di luce scavata nel brulicante e opaco tufo
mi è difficile scorgere la Baia. Impossibile.
Tra l'isola di Procida e il capo di Posillipo, che non vedo,
si è tragicamente smarrita, arenata , la mia immaginazione.
Rien ne va plus: sto diventando cieco ANCHE nella fantasia dell'infinito.
Antro delle sirene, dicono, conchiglia del mito, canto che si sfracella da se stesso contro lo scoglio,
da cui nasce come un mitilo, una cozza, Fatale Saffo, pazza e disperata per amore!
Diventare TE.
Yes, questa, nera di seppia, è a litoranea chiara
ll'abbascio e sirene sotto o palazzo
sotto Donn’Anna
è tutto nu ciato e varricchina.
E nuie sperimentammo c’o Sole, signore dei cani,
l’ozioso ricordo dei Ciclopi – Cateratta
magiche capre di Ulisse..
Sta grotta è comm na guagliona accalorata
ha i fianchi ed il bacino denudati,
un tetto fatto di canna e di rafia.
Se si schiaccia l’occhio contro il fondo
o na recchia per udire
si vedono e si sentono
le viscere, ammalate e nere, di questo grande mare
se ne sentono i rumori, e lamiente
comme nu risentimento.
Ccà, fra Coroglio e Pusilleco,
ncopp Trentaremi,
attorno attorno o costato antico
nu specchio cu stu cunicolo e luce
Qui su, nu fatale addio, il mio
Qui ho deposto la mia lingua nobile, ogni battito del mio cuore
per questo sedicente popolo del sole
E dunque, ora vivo nella discrezione o meglio nel segreto
di me più assoluto
Un eco odo
”la tua Saffo”
“Lei sola è viva”
e io
l’ho servita in volontario servizio.
Ma mai amante mi ha così tradito
mai amore o tradimento è stato così sublime
niente.
aggio pruvato a muzzecà a passione
senza me fa vedè
standomene nascosto
chello che lascio è l’IMPOSSIBILE
scheggie, crastule, piccoli frammenti
e’ carte mie c’abbruciano, cenere.