venerdì 27 maggio 2011

Musica che si spegne

A Petru, musicista per niente

Montesanto, Napoli
27 maggio 09



Correvo oltre il confine della vita a una velocità ormai infinita inciampando oltre al desiderio di volare per tentare di specchiarmi senza lo schifo.
Precipitavo però nel fondo dell’intimità della Chiesa di Santa Maria Delle Grazie dove Cristo muore indicando la via non capita.
Passavo proprio davanti alla stazione di Montesanto, nel centro di Piazzetta Concordia...ma mai nome fu così sbagliato.

Entrando in stazione è come se la sentissi ancora quella voce di donna, la moglie, come eco di vittima in croce, che gridava dolore in rumeno, inveiva contro la polizia in uno stentato italiano e stringeva a se una piccola fisarmonica rossa caduta al marito al momento dello sparo.
Correvo quindi oltre i binari per scappare da questa vita, solo un grande dolore..

Il giorno dopo la sparatoria torno a Montesanto e sul treno nessuno pare ricordare nulla. è agghiacciante.
Io mi fermo aggrappato ad un palo della cumana quasi a cercare un abbraccio, e non riesco a capire se quello che sento è la musica di una fisarmonica oppure viene dalla mia mente.

Ma oggi in cumana non suona nessuno.

Eppure so che c’è, ma non può essere il battito delle sue dita, ma è quella stessa musica, la sento da lontano

Sedotto dal pensiero di questa fisarmonica sempre più dolce prodotta dalla mia fantasia e insieme dal mio ricordo, in una diabolica ipnosi, racchiuso nel buio più totale, rivedo immagini di tanti viaggi... Montesanto-Pianura, partenza e ritorno
Profeta del buio, il fisarmonicista rumeno è sempre stato mio consigliere, nelle notti di un intera adolescenza…
..Nei miei occhi adesso solo il cuore straziato di quella donna che si disintegra, odore di ferro bruciato per le mie narici ed un motivetto zingaro che fischietto veloce, a cui unisco un tintinnio battendo le dita sul metallo della cumana...
La gente guarda stranita, io continuo a tenere il ritmo, oggi non esistono, io sono solo, su un treno vuoto, con un musicista per niente

Su quest'ultima musica il mio corpo lascio che vada da se, lascio che oscilli come la lancetta ubriaca di un vecchio orologio...
Voglio ritrovare quella sensibilità che la gente ha perso lungo il cammino, nel degrado estetico di questo schifo di paesaggio che si vede dai finestrini.
Chiudo gli occhi e la mia mente si disperde nel sonno e nel buio, si sparge nello spazio, si allontana via senza sapere quale sarà la sua direzione; in questa allucinata sensazione il dolore è attenuato, solo per un istante
in questo buio assoluto so che non potrò vedervi, ma lascio che la mia mente segua ancora le vostre note
e allora il fiato rumeno penetra per l'ultima musica nei fori della fisarmonica, ormai esausta, e suona, suona l'ossessione del mondo, e dai pori dello strumento esce l'aria del dolore...

Apro gli occhi, guardo le mie mani come un bimbo nella scoperta del suo corpo, e vedo che non sono più le stesse, intravedo al finestrino che qualcosa è segnato anche negli occhi...

Quando ci si risveglia dal dolore non ci si riconosce più.

A Soccavo si aprono le porte ed entra un violinista, io attendo la sua musica,

ma si guarda intorno, immobile, e non fa nulla




A Petru, musicista per niente



Montesanto, Napoli
27 maggio 09



Ilbrigante