mercoledì 23 dicembre 2009

boulevard

Pensare per coppie pare che sia una necessità. Non si può dire caldo senza pensare al freddo, bianco senza coinvolgere il nero. Qualche volta le coppie sono del tutto arbitrarie.
Da bambino, a pochi anni di distanza dalla fine della prima guerra mondiale, quando sentivo dire “trento e trieste” vedevo due città sorelle, una sulla riva destra l’altra sulla riva sinistra di un fiume, con un ponte in mezzo. Il fiume era il Piave (molti dicevano ancora La Piave). Credo che molta gente continui a pensare “trento e trieste” allo stesso modo infantile.
Un'altra coppia arbitraria è “Grimm e Andersen”. Arbitraria come “trento e trieste”, ma anche di più, se non altro perché i Grimm erano in due, Jakob e Wilhelm, già per conto loro.
Una volta nel 1845, Andersen andò in Germania e si fece presentare a Jakob Grimm. “Chi è lei? Cosa ha scritto?” domandò il tedesco. “Fiabe”, rispose il danese, “ma lei deve conoscermi; è stata pubblicata una raccolta di fiabe di tutto il mondo dedicata a lei, in cui è riportata anche una mia fiaba…”. “Bene”, riprese il tedesco, “ma io quel libro non l’ho letto”!.
In seguito Andersen ottenne la sospirata amicizia dei due famosi fratelli che ignoravano ancora quanto lui fosse, a sua volta, famoso. Resta il valore simbolico dell’aneddoto: voi chi siete? si potrebbero domandare a vicenda le fiabe di Andersen e Grimm, e se alcune di loro potrebbero scoprirsi lontanamente parenti, in maggioranza sono estranee.
I Grimm raccolsero le loro fiabe dalla bocca del popolo tedesco, in un particolare momento del Romanticismo, anche se per fortuna non si comportarono da freddi scienziati del folklore.
Andersen raccontò a sua volta qualcuna delle fiabe ascoltate da bambino riportate nel libero ricordo della sua memoria; ma il corpus magnum delle sue fiabe se lo è tirato fuori, pagina per pagina, dalla sua fantasia e dalla sua vita.
I lettori hanno diritto, naturalmente, di disinteressarsi del processo che ha portato al prodotto finito...

Gianni Rodari
Prefazione dell’edizione del 1970 a
Fiabe – Hans Christian Andersen (Einaudi, 1954)