mercoledì 13 aprile 2011

Ound

Quello che veramente ami rimane,
il resto è scorie
Quello che veramente ami non ti sarà strappato
Quello che veramente ami è la tua vera eredità
Il mondo a chi appartiene, a me, a loro
o a nessuno?
Prima venne il visibile, quindi il palpabile
Elisio, sebbene fosse nelle dimore dell’inferno,
Quello che veramente ami è la tua vera eredità
La formica è un centauro nel suo mondo di draghi.
Strappa da te la vanità, non fu l’uomo
A creare il coraggio, o l’ordine, o la grazia,
Strappa da te la vanità, ti dico strappala
Impara dal mondo verde quale sia il tuo luogo
Nella misura dell’invenzione, o nella vera abilità dell’artefice.
Strappa da te la vanità,
Pasquin strappala!
Il casco verde ha vinto la tua eleganza.
“Dominati, e gli altri ti sopporteranno”
Strappa da te la vanità,
sei un cane bastonato sotto la grandine,
una pica rigonfia in uno spasimo di sole,
Metà nero metà bianco
Né distingui un’ala dalla coda
Strappa da te la vanità
come son meschini i tuoi rancori
nutriti di falsità.
Strappa da te la vanità,
avido di distruggere, avaro di carità,
Strappa da te la vanità
Ti dico, strappala.
Ma aver fatto in luogo di non aver fatto
questa non è vanità.
Avere, con discrezione, bussato
Perché un Blunt aprisse
aver raccolto dal vento una tradizione viva
o da un bell’occhio antico la fiamma inviolata
Questa non è vanità.
Qui l’errore è in ciò che non si è fatto,
nella diffidenza che fece esitare