mercoledì 1 giugno 2011

voglio essere poeta, e lavoro a rendermi veggente: lei non capirà affatto, e io non sono quasi in grado di spiegarle. Si tratta di arrivare all'ignoto attraverso lo sregolamento di tutti i sensi. Le sofferenze sono enormi, ma bisogna essere forti, essere nati poeti, e io mi sono riconosciuto poeta. Non è affatto colpa mia. E' falso dire: io penso, si dovrebbe dire mi si pensa - scusi il gioco di parole. IO è un altro. Tanto peggio per il legno che si ritrova violino..
[dalla lettera di Arthur Rimbaud a Georges Izambard_13 maggio 1971]